giovedì 9 maggio 2013

Bivacco

Lamiere sottili ed arrugginite, scheletro di legno e quattro brande. Questi sono gli elementi essenziali che costituiscono il riparo degli alpinisti o dei camminatori di quota, il punto di approdo per coloro che preparano la grande scalata o che concluderanno la lunga traversata.
I bivacchi occupano posizioni strategiche, sono posti in luoghi non esposti alle slavine e da dove è possibile godere di panorami meravigliosi. Non hanno alcun servizio e non sono custoditi. Spesso si trasformano in immondezzai, perché non tutti coloro che amano la montagna sono educati.
La manutenzione viene eseguita da personale qualificato che interviene nel caso in cui necessiti riportare rinforzi a causa di cedimento strutturale o più semplicemente per ripulirli.
Un poco di storia.
Il primo bivacco prefabbricato prende il nome dal suo inventore, Ravelli. Facilitava il montaggio in loco e possedeva una capienza di cinque posti letto.
Era stato concepito per sopportare la pressione dei venti e della neve e per questo aveva la caratteristica forma a semibotte (utilizzata ancora oggi).
Il successo di questo modello diede inizio alla produzione in serie. in seguito venne migliorato dall'ing. Giulio Apollonio che migliorò l'abitabilità, aumentò i posti letto e sopratutto rese rimovibili le brande,  ricavando spazio e lasciando libero il pavimento.
Le strutture, quando possibile e fin dove era concesso, venivano trasportate dai muli. Il fatto che i bivacchi dovessero essere essenziali e semplici agevolava il trasporto nel momento in cui terminava la mulattiera e solo  l'uomo poteva farsi carico del trasporto.
Il pavimento, costituito da assi, una volta composto, veniva adagiato sulle pietre, cercando un buon compromesso di livellamento.
La struttura di legno veniva montata sul pavimento ed immobilizzata a ridosso della parete o, in alternativa, a cumuli di roccia per mezzo di fasce metalliche e tasselli.
Successivamente la copertura di lamiera veniva inchiodata (oggi rivettata) al telaio.
Fatto ciò si passava alla porta, fissata alla struttura per mezzo di cerniere. All'esterno, in prossimità della porta stessa, veniva poi collocata una pala, utile ad eliminare l'eventuale neve che avrebbe ostruito il libero accesso.
Altri bivacchi, invece, venivano costruiti sempre a ridosso delle pareti ed esclusivamente con le pietre che si trovavano in loco. Tre lati di manufatto che però con il tempo rischiavano di cadere in rovina a causa delle infiltrazioni d'acqua e della mancanza di una struttura sufficientemente elastica tale da sopportare il peso della neve e la pressione del vento.